Il futuro del welfare è nel "neomutualismo"

Il futuro del welfare è nel "neomutualismo"

Occorre coltivare un'idea per un nuovo welfare e una nuova società.  Flaviano Zandonai e Paolo Venturi lo chiamano "Neomutualismo", uno dei temi al centro del convegno promosso da CCS.

venerdì 10 giugno 2022

Come gli utopisti capaci di costruire un modello economico diverso da quello dominante, oggi occorre coltivare un'idea per un nuovo welfare e una nuova società.

Flaviano Zandonai e Paolo Venturi lo chiamano "Neomutualismo" nel loro libro omonimo: un invito al mondo cooperativo (e non solo) a intraprendere una nuova strada, a rinnovarsi per cogliere le nuove sfide. Ne hanno discusso in un evento a Rovigo, organizzato da CCS Consorzio cooperative sociali.

 

Nuovi percorsi su welfare e lavoro

Ampio e articolato, l'evento dell'8 giugno è iniziato dalla mattina, con un seminarioa più voci sul lavoro, l'inserimento delle persone disoccupate e le politiche di inclusione sociali.

Tra gli interventi, quello di Maurizio Busacca dell'università Ca' Foscari di Venezia, con una panoramica sui servizi locali dedicati all'inclusione sociale e lavorativa. A seguire, Flaviano Zandonai, che ha introdotto il tema dell'innovazione sociale di comunità e i cambiamenti in atto anche nel Terzo settore italiano. Michele Marangi dell'università Cattolica di Milano, invece, ha dedicato un focus sulla comunicazione e sulla necessità di ricostruire connessioni non solo tecnolofiche, ma di relazione tra le persone.

Infine, la mattina si è conclusa con gli interventi di Beatrice Damiani, vicepresidente di Zico, in tema di lavoro e innovazione nelle politiche di inserimento lavorativo, Mauro Rossin della Caritas diocesana di Adria Rovigo, sullo scenario attuale delle pratiche di inclusione. E infine la testimonianza di uno dei beneficiari del progetto "LEGO" di CCS, che ha testimoniato come il percorso svolto abbia offerto non solo formazione, ma relazioni e "significato".

 

Neomutualismo per costruire il bene comune

Nel pomeriggio il focus è stato sull'idea di "Neomutualismo", parola coniata da Flaviano Zandonai, sociologo e Open innovation manager e Paolo Venturi, Direttore AICCON, Università di Bologna. Nel loro libro omonimo gli autori delineano il quadro post pandemia, individuano i grandi cambiamenti di questi anni e offrono una serie di percorsi che possono portare a costuire nuovi modelli.

"Mutualismo" è un termine che si lega profondamente al mondo cooperativo, luogo in cui si valorizzano lo scambio, l'apporto del singolo e, appunto, la cooperazione. "La cooperazione sociale ha aperto lo scambio mutualistico alla società", dice Venturi. Ma il "mutualismo" è molto più di questo. E' la costruzione di un modello in cui "il mio bene passa attraverso il tuo bene", che si fonda sulla fiducia.

"Neo", dice Venturi, segna una direzione. "Un invito al mondo cooperativo a crescere", dice Zandonai. Mentre il modello mutualistico viene attivato anche da imprese tradizionali, restano ancora spazi in cui il Terzo Settore può proporre una propria via. Temi come il workers buyout, le cooperative di comunità, le comunità energetiche mostrano bene come il modello mutualistico o cooperativo può rispondere ad alcune delle sfide più pressanti di questi anni.

 

Le testimonianze del Terzo Settore

Tra il pubblico ha preso la parola Niccolò Gennaro, direttore del Centro servizi volontariato di Padova e Rovigo. Nel 2020 Padova aveva iniziato un programma di azioni nell'anno in cui era Capitale europea del volontariato. Energie e risorse che sono servite ad attivare la risposta alla pandemia, con il fiore di forme di partecipazione e volontariato attivo. Cosa resta di quell'epoca? Moltissimi volontari attivi, ma spesso fuori dalle organizzazioni e dalle reti tradizionali.

Maria Cristina Santi, presidente di Confcooperative della provincia di Rovigo, ha invece portato l'esperienza di sanità territoriale sviluppata in Veneto, proprio grazie al modello cooperativo.