Dal territorio

FAQ

Vi è una consapevolezza ormai comune di quanto sia importante (anzi necessario) “fare rete”.

Confcooperative offre molte opportunità di creare relazioni e quindi di essere in contatto con altre imprese del tuo settore e di altri settori cooperativi.

Confcooperative da informazioni, propone servizi e svolge attività di rappresentanza (vedi le apposite sezioni del sito): sta ad ogni impresa utilizzare al meglio, in base alle proprie esigenze e ad una certa dose di “lungimiranza”, tutte le possibilità che sono offerte.

Confcooperative propone strumenti, progetti e occasioni di sviluppo: senz’altro l’utilità non può essere vista nel trovare qui (passivamente) nuovi mercati, appalti o servizi ma senz’altro può essere il contesto giusto per sostenere la tua impresa anche nello sviluppo delle tue attività d’impresa.  

Aderendo a Confcooperative l’attività di vigilanza la svolgiamo noi, con nostri revisori; e quindi non avrai le ispezioni da parte del Ministero che vengono svolte dai locali enti di controllo (ad es. l’Ispettorato Territoriale del Lavoro).

Parliamone approfonditamente, se ti va, fissandoci un appuntamento.

Confcooperative è l’unica associazione di categoria del movimento cooperativo, articolata in ogni territorio: abbiamo una presenza a Rovigo (ed un ufficio distaccato a Porto Tolle) per essere prossimi alle imprese aderenti sia con le attività di sindacato d’impresa sia con tutti i servizi.

Nel Polesine siamo “la voce della cooperazione” ai tavoli di lavoro e di sviluppo delle progettualità del territorio, nell’interlocuzioni con le parti sociali, economiche e istituzionali.

Abbiamo un Centro Servizi specializzato per l’assistenza alle cooperative nel territorio: non “deleghiamo” queste attività a collaborazioni con altri professionisti in convenzione bensì abbiamo scelto di organizzarci internamente con le migliori professionalità in grado di conoscere tutti gli aspetti particolari delle imprese cooperative.

Per aderire a Confcooperative ti verrà chiesto di versare una quota annua di adesione con la quale si perfeziona il patto associativo che è libero (ossia in ogni momento potrai recedere senza vincoli).

Il contributo associativo è proporzionato alla grandezza della cooperativa, ossia è parametrato in base al valore della produzione che la cooperativa ha avuto nel bilancio di esercizio concluso.

Ti verrà chiesto di versare a Confcooperative il “contributo di revisione” per l’attività di vigilanza: ma questo importo è determinato da una legge dello Stato ed è lo stesso sia che si aderisca (e quindi si versi) a noi, sia che si versi direttamente al Ministero.

Infine i servizi tecnici di cui avrai bisogno saranno regolati da un apposito contratto di servizio in base a costi chiari e pensati costantemente per ottimizzare al massimo qualità e prezzo contenuto.

Possiamo senz’altro dettagliarti il tutto se ci contatti qui.

La cooperazione è una possibilità straordinaria di fare impresa quando ti interessa valorizzare il “capitale umano” prima del “capitale economico”: ossia quando per la tua sfida imprenditoriale credi che contino soprattutto le persone che vi opereranno (prima della finanza e del capitale).

Quindi diventa estremamente versatile e adatta a qualsiasi attività settoriale: a partire dal primario perché se vuoi aggregare prodotti agricoli o ittici la cooperativa è il top; ma anche se ti interessa fare impresa lavorando nei diversi comparti agricoli o nei mestieri della pesca.

Se sei interessato al welfare, la forma quasi esclusivamente utilizzata è quella della cooperativa sociale; capita spesso anche di accompagnare passaggi da associazione ad impresa sociale in questi settori quando le attività sono strutturate e portano a valutare questa opzione.

Se vuoi offrire servizi alle pubbliche amministrazioni, alle imprese o ai cittadini, valutiamo assieme se fa per te la cooperativa di lavoro (se hai lo scopo di occupare persone svantaggiate, c’è anche la possibilità di fare una cooperativa sociale di tipo B).

Se vuoi fare impresa (e quindi non ti basta l’associazione) nell’ambito culturale, dello spettacolo, dello sport o del tempo libero è molto probabile che la tua organizzazione ideale sia la cooperativa.

Ma sei hai in mente un servizio all’abitare (riqualificare un luogo e costruire un progetto di co-housing o di edilizia partecipativa); se sei interessato ad un’impresa rivolta agli utenti (nel campo dell’energia, del consumo come un gruppo di acquisto solidale, ecc.) allora non puoi non considerare l’opzione cooperativa.

Se sei un professionista che si vuole mettersi con altri colleghi, ti consigliamo di fare un pensiero sulla cooperativa, spesso più efficace strumento rispetto allo studio professionale associato o ad una normale altra società.

E, cari artigiani, se volete crescere mettendovi assieme, forse non sapete che si possono fare apposite cooperative per le vostre esigenze (che hanno caratteristiche molto utili).

Se sei una società che vuole aggregarsi ad altre società per una sfida di mercato, senz’altro ora avete il contratto di rete o le ati, ma se le cose volete farle “serie” non potete non conoscere le formule cooperative: i consorzi rimangono la via principale per fare business aggregati tra imprese.

Infine (ma le possibilità in realtà non finiscono qui), se sei un cittadino che vuole agire attivamente nella propria comunità locale, se sei un’amministrazione pubblica (comune o altro) che vuole valorizzare il proprio territorio, se sei un ente privato che ci tiene ad un progetto di rilancio di spazi e luoghi, allora dobbiamo assolutamente parlarti delle “cooperative di comunità”.

Nel nostro incubatore ti possiamo aiutare nella tua idea d’impresa.

Qui è come chiedere all’oste se ha del buon vino.

Ma atteniamoci ai fatti (= ai numeri).

In Italia le cooperative erogano servizi di welfare a 7 milioni di persone; rappresentano il 25% della produzione agroalimentare (con il 70% del latte, il 60% del vino, il 40% dell’ortofrutta); oltre il 30% del consumo e della distribuzione al dettaglio. Nel credito rappresentano il più grande gruppo bancario a capitale interamente italiano e hanno il 14,8% degli sportelli bancari. Le cooperative italiane sono una realtà capace di grande inclusione socioeconomica: sono donne il 60% delle persone occupate.

Negli Usa poco meno di 900 cooperative garantiscono l’energia elettrica a oltre 40 milioni di persone.

In Germania il 65% della popolazione è socio di una cooperativa da cui riceve servizi finanziari, beni di consumo e l'energia.

In Brasile viene dalle cooperative il 50% della produzione agroalimentare, e un brasiliano su tre ha un piano personalizzato di assistenza sanitario garantito da una cooperativa.

In Svezia un abitante su due è socio di una cooperativa, le 100 più grandi hanno un fatturato annuo di oltre 40 miliardi di dollari con oltre 70 000 dipendenti.

Il Polesine i settori caratterizzanti della nostra economia sono organizzati soprattutto in cooperativa: nel primario con le attività di pesca ed acquacoltura nel Delta o nel settore cerealicolo; la “cooperazione” è anche la forma di elezione quasi esclusiva per fare impresa nel settore del welfare.

Le cooperative rappresentano una risposta alle sfide dei prossimi decenni: nell’agroalimentare, nel welfare, nel credito, nel lavoro, nei servizi alla persona e al territorio. Nel mondo rappresentano il 12% della forza lavoro del G20. Il 30% delle produzioni agroalimentari.

Risposta alla domanda: sì, possiamo affermare che è adeguata.

La Costituzione riconosce la funzione pubblica delle cooperative e in forza di questo ne prevede agevolazioni e controlli.

Le agevolazioni fiscali ci sono per le cooperative a mutualità prevalente e variano anche a seconda del settore in cui si opera.

Le cooperative hanno la possibilità di detassazione sugli utili e possono ristornare ai soci una parte di questi utili di bilancio a condizioni agevolate.

Rispetto alla normativa giuslavoristica, si applicano le leggi generali sul mercato del lavoro ma le cooperative hanno specificità di trattamento quando il lavoratore è anche socio, in forza di un’apposita legge che disciplina questi aspetti (L. 142/2001).

Se vuoi approfondire questi temi possiamo parlarne assieme fissandoci un appuntamento.

Credo che possiamo fare qualcosa di utile.

Se siete in difficoltà “come cooperativa”, la Crisi Economica del 2009 e poi questa Crisi Covid-19 ci hanno molto allenati sulle diverse casistiche di crisi aziendale, difficoltà di mercati, necessità organizzative, societarie, finanziarie e chi più ne ha più ne metta.

Se siete in difficoltà “come azienda” (non cooperativa), possiamo utilizzare appositi strumenti.

Conosci l'impresa rigenerata (conosciuta anche come “Workers buyout”)?

È l'operazione di acquisto di una società realizzata dai dipendenti dell'impresa stessa.

Sono sempre di più le esperienze di aziende recuperate dai dipendenti che, creando una cooperativa di lavoro, ne hanno evitato il fallimento.

Per entrambi i casi, la nostra forza è che abbiamo un “approccio sistemico” e quindi possiamo agire utilizzando più strumenti integrati senza che tu “impazzisca” rivolgendoti a diversi consulenti specializzati in settori specifici: al nostro interno abbiamo infatti tutte le competenze necessarie e focalizzate sulle società cooperative.

Chiedi un appuntamento per un apposito gratuito check-up.

Se non sei una cooperativa non puoi aderire alla nostra associazione di categoria (che estende però la partecipazione anche alle imprese sociali non in forma cooperativa così come alle imprese collettive di pesca non organizzate in cooperativa).

Puoi però utilizzare tutti i servizi tecnici che erogano le nostre società dei servizi e che già svolgiamo anche per imprese non cooperative, professionisti, organizzazioni di terzo settore ed enti pubblici.

Se vuoi approfondire i nostri servizi vai qui o fissiamoci un appuntamento.

Perché le cooperative sono (spesso) al centro di scandali.

Sono le cosiddette “false cooperative”: impostori che utilizzano le agevolazioni e le flessibilità che hanno le società cooperative per fare affari illegali. Piaga che la nostra associazione contesta fortemente e che siamo impegnati costantemente a combattere per salvaguardare il buon nome della cooperazione.

Poi perché i media quando ci sono questi scandali non esitano a precisare nei titoli che trattasi di “cooperativa”, non dando altrettanta evidenza alle altre tipologie di impresa quando gli scandali (e non avviene raramente) travolgono spa, srl o altre società.

Quindi spesso si finisce per generalizzare (“moda” che non risparmia altre categorie: dalla classe politica, alla magistratura, ai dipendenti pubblici e così via) e questo porta a creare un danno reputazionale all’intero comparto.

Il fatto è che dalle società cooperative, forse, ci si aspetta sempre il massimo: si parla infatti di “movimento cooperativo” (e non si usa questa espressione per altre forme d’impresa) andando a riconoscere un valore superiore di queste società che svolgono una funzione pubblica e hanno la capacità di stare sul mercato contribuendo anche a valorizzare i beni comuni.

Dipende da cosa ti interessa. Ma in estrema sintesi potremmo riassumere così:

1. Informati ancora su di noi (per esempio usando questo sito, ecc.): sulla nostra reputazione, professionalità, su come lavoriamo.

2. Se ti interessiamo, contattataci: completando l’apposito modulo oppure telefonandoci, con una mail o via social (ci stiamo attrezzando anche per interpretare i segnali di fumo).

3. Quindi ci fissiamo un appuntamento in cui ti ascoltiamo e cerchiamo di capire il tuo bisogno.

4. In base a quanto emerge da te, ti proponiamo una possibile soluzione.

LA NOSTRA RETE